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Libri | Dall’idea ad Amazon Publishing: i libri di Paola Zaldera

By Febbraio 18, 2025Marzo 13th, 2025No Comments

“Come si fa un libro?”: dall’idea alla scrittura, dalla copertina alla pubblicazione, come funziona l’intero percorso di story e book coaching. Intervista all’autrice Paola Zaldera che con B/Bold ha pubblicato “Vieni che ti porto dentro”, scritto insieme a Tiziana Maiorano, e “Memento Mori”.

Scrivere un libro è un viaggio complesso, fatto di intuizioni, riscritture, dubbi e scelte strategiche. Un viaggio che può essere entusiasmante, ma anche difficile da affrontare da soli. È qui che entra in gioco il supporto professionale che conduce un’idea a diventare un’opera compiuta.

Il percorso di “Vieni che ti porto dentro”, il primo libro di Paola Zaldera, è un esempio concreto di come un progetto editoriale prenda forma attraverso diverse fasi: dalla scrittura alla revisione, dalla scelta della copertina alla pubblicazione, in questo caso, su Amazon Publishing.

Scrivere e realizzare un libro è un lavoro che richiede metodo, visione e il giusto equilibrio tra creatività e struttura.

Vedi il progetto di Paola Zaldera

Dare forma a una storia: dal concept alla scrittura

Ogni libro nasce da un’idea, ma per trasformarla in un testo efficace serve una strategia capace di modulare libertà creativa e rigore in base alle esigenze delle singole fasi di lavoro. Nel caso di “Vieni che ti porto dentro” il primo passo è stato caratterizzato da una libera ricerca del materiale da raccontare: storie e ricordi nati dall’esperienza in carcere delle due autrici, una in qualità di medico, l’altra detenuta, e scritti senza un’iniziale sequenzialità.

A questa prima fase, molto simile a una pozza di risorgiva dove le storie emergono dal sottosuolo senza un ordine definito, è seguita la prima strutturazione del contenuto. Questo processo si è sviluppato a partire dalle storie stesse che sono state riordinate per formare un percorso narrativo coerente e naturale. In questo ordine la scrittura si mette al servizio delle storie e la fase di editing ha il ruolo chiave di assecondare la fluidità narrativa e la fruizione da parte del lettore.

 

Dal libro all’oggetto: copertina, formattazione e pubblicazione

Un libro non è solo parole: che si tratti di un formato cartaceo o di un ebook, è anche immagine e presentazione. Per “Vieni che ti porto dentro” è stato sviluppato un design di copertina immediato e capace di comunicare visivamente il divario tra dentro/fuori descritto nei racconti.

La scelta di pubblicare su Amazon Publishing ha rappresentato l’ultimo passaggio del percorso: ha permesso la massima libertà nella scelta di formato, carta, carattere, colori e tutte le caratteristiche cartotecniche, nella definizione del prezzo e nella possibilità di programmare in modo autonomo l’eventuale promozione.

Come si trasforma un’idea in un libro in vendita?

Per raccontare l’importanza di un supporto professionale nello sviluppo di un libro, abbiamo chiesto a Paola Zaldera, autrice di Vieni che ti porto dentro, di condividere la sua esperienza.

Qual è stata la sfida più grande nella scrittura di “Vieni che ti porto dentro” e in che modo l’affiancamento professionale ti ha aiutata a superarla?

La sfida più grande? Scrivere un libro degno di questo nome! Prima di lanciarmi nell’avventura di “Vieni che ti porto dentro” avevo scritto soltanto alcuni racconti, così, da sola, per puro divertimento. Poi un paio di quei racconti hanno vinto un premio per scrittori esordienti e mi sono detta: “Perché non andare oltre?”. Sì, ma dove? E come? Tutto quello che sapevo era che volevo scrivere un libro sul carcere in coppia con Tiziana per portare la voce delle nostre esperienze fuori dalle mura di casa, per accendere un dibattito sull’argomento che andasse oltre i soliti luoghi comuni, ma non avevo la più pallida idea di come farlo. L’affiancamento di una professionista è stato fondamentale prima ancora che per promuovere una scrittura ottimale proprio per capire le basi, l’organizzazione, la scaletta da cui partire.

 

Cosa ha significato per te avere un confronto continuo durante il processo di scrittura e revisione?

Sinceramente? Un duello tra l’istinto di strozzare chi sta criticando un paragrafo che a me sembra super e la vocina interiore che mi dice che forse ha ragione. Scherzo, ma non troppo: è istintivo difendere a spada tratta quello che hai scritto, ti è venuto così perché ti sembrava che fosse il modo migliore di esprimere quello che avevi dentro e sentirti dire che andrebbe riformulato perché così è confusionario, o travisabile, o contraddittorio, fa alzare il pelo. Poi capisci che invece quell’appunto ha la sua ragione di essere e riprendi in mano il lavoro, migliorandolo. Non sempre, ovviamente, e lo sai bene Francesca, perché la nostra collaborazione è stata divertente, oltre che proficua, proprio perché ci siamo sempre confrontate senza ipocrisie e con impegno e ogni tanto mi sono anche ostinata nei miei “no” che tu hai professionalmente accettato. Essere seguita passo passo nel lavoro di scrittura per me è fondamentale, non ho l’esperienza né il talento per procedere in solitaria e accedere alla revisione soltanto al termine del lavoro, gli errori rischierebbero di accumularsi mandando alla deriva tutto quanto.

 

Quali sono gli aspetti del percorso editoriale che hai trovato più complessi e su cui ritieni più importante avere una guida?

Show, don’t tell. A dirlo sembra facile, ma il punto di vista personale, la volontà di dar voce al proprio pensiero, il desiderio di “convertire” sono sempre in agguato col rischio di trasformare una narrazione che potrebbe essere avvincente in un monologo noioso e altezzoso. Capire, o meglio, interiorizzare il concetto che illustrare è meglio che spiegare ha richiesto tempo e l’occhio esterno allenato è sempre fondamentale per cogliere gli scivoloni.

Certo, anche la “pistola di Cechov” non scherza quanto a insidiosità. Ricordarsi che ogni scena che si inserisce nella narrazione deve trovare una sua spiegazione e un suo perché può sembrare una banalità, invece è facile che nell’entusiasmo della scrittura si inseriscano dei particolari che restano poi così, appesi al nulla, perché te li dimentichi. Ma l’editor, signori miei, non si dimentica mai qualcosa su cui può farti le pulci.

Dopo questa esperienza, hai scritto un secondo libro, Memento Mori: cosa ti sei portata in termini di abilità e competenze dalla prima esperienza?

Direi che più che le nozioni tecniche (sì, perché mi sono anche impegnata leggendo dei testi di scrittura creativa che mi venivano man mano suggeriti da Francesca) quello che ho imparato e che penso sia fondamentale è che bisogna uscire da se stessi per “entrare” nei personaggi, vivere le storie con i loro occhi, i loro sentimenti, chiedersi “come reagirebbe Luca (o Fabiola o Domenico) in questa situazione” in base al suo carattere, alla sua personalità che si è venuta evidenziando passo dopo passo nella narrazione. Sono i personaggi che vivono in prima persona la storia, io mi limito a raccontarla come vogliono loro.

I libri di Paola Zaldera sono stati pubblicati tramite:

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