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Test: “Quanto sei creativo?”. Rispondi la prima cosa che ti viene in mente. La creatività è un muscolo, ma più che di tecniche ha bisogno di una palestra dove costruire abitudini. E anche di un mentore, ogni tanto.

Questo piccolo giochetto, il test “Quanto sei creativo?”, mi è stato posto più o meno 25 anni fa da un’educatore un po’ alternativo che lavorava presso lo spazio giovani del mio Comune. È una delle tante persone non comuni che ho incontrato nella vita e che oggi rappresentano, per me, una delle maggiori fonti di creatività. Mi ricordano ogni giorno che ciò che è “normale” non è l’unica possibilità, si può vivere in tanti altri modi, anche se scardinano alla base tutte le nostre abitudini.

Gli elementi noti di Edward De Bono possono essere sempre trasformati.

Il test per capire “Quanto sei creativo?”

Non ricordo il perché siamo arrivati a parlare di creatività, probabilmente perché in quel periodo dipingevo e mi inventavo ogni tipo di attività con le mani. Non che fossi brava a disegnare o costruire, ma lo facevo e il mio gusto estetico mi aiutava a creare qualcosa che mi piacesse.

Per la prima volta sentii il concetto per cui la creatività è un muscolo, lui non parlava di tecniche, ma era convinto che servisse una palestra per abituarsi a “pensare creativo” in ogni momento.

«Per esempio – mi dice – che cosa non è una matita? Rispondi subito»
«Beh, una penna…»
«Mmmh… sei decisamente fuori allenamento. Perché no un asilo, una nuvola, un piatto di noodles, un’avventura di pirati o un secchio di rabbia?».

Già, perché no?

La tecnica è attivare sempre l’approccio creativo

È vero che siamo abituati a sentire proposte di tecniche creative, soprattutto in azienda per chi lavora in reparti marketing, design o comunicazione. Però ho sempre l’impressione che, invece di aiutarci a lavorare con il pensiero divergente, ci infilino sempre di più in tunnel di pensiero prestabilita da cui non si esce. Non è la tecnica in sé, che magari funziona egregiamente, è proprio il fatto che un programma impostato non può incastrarsi con l’idea stessa della creatività che ha bisogno del suo opposto: uscire dagli schemi.

Nella pratica accade che ci mettiamo alla scrivania con il nostro gruppo di lavoro e avviamo progetti, li sviluppiamo e li portiamo a termine come delle macchine di pensiero. Magari siamo bravi, ma forse più che creatività è “mestiere”. Siamo, così, bravi da dirci che “in qualche modo ne veniamo fuori”.

Anche in questa considerazione non c’è il giusto e lo sbagliato, perché tanto il pensiero logico è utile all’applicazione della creatività quanto la creatività è funzionale al corretto sviluppo di un piano di lavoro.

La creatività è grande quanto il territorio che prendiamo in considerazione

Quel piccolo test mi dice se sono fuori allenamento, ma ancora di più se ho la consapevolezza di cosa significa lavorare in modo creativo. Mi dice quanto è grande il territorio di idee che ho intesta e che prendo in considerazione quando progetto.

Quanto non siano le misure delle risorse che imparo a determinare il mio successo, ma l’ampiezza del mio viaggio, della mia libertà, del mondo che sono capace di vivere.

Questo tipo di ragionamento è il pre-resquito per applicare l’unica idea realistica di creatività: abituarsi a immaginare che ci sia altro oltre a quello che conosciamo. 

Questo è il blog La Ricerca della Creatività:

un viaggio tra strumenti, approcci e riflessioni per avere nuove idee per scoprire cos’è veramente la magia più potente del mondo: la creatività.

#COMUNICAZIONE, #SCRIVERE, #CREATIVITÀ, #STORYTELLING, #COLORE

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